Formula 4: intervista al neo pilota Alessandro Silvaggi

Motorsport, Formula 4: intervista al neo pilota Alessandro Silvaggi
Alex Silvaggi, 13 anni, nato a Ceccano (Frosinone), promessa italiana del Motorsport, da quest’anno impegnato in test a bordo di una Formula 4.

D: Ciao Alex, com’è andato il tuo debutto su una vettura di Formula 4?

R: Ciao, sinceramente pensavo di trovarmi più in difficoltà, ma già dal secondo giorno sono riuscito ad avere un buon feeling con la vettura.
C’è ancora molto da lavorare, soprattutto sulla frenata. Ma abbiamo tempo per lavorare e migliorare.

D: A che velocità arriva una Formula 4? Cosa si prova a guidare una monoposto?

R: La velocità dipende molto dal circuito dove si corre, in ogni caso la velocità di punta è intorno a 250/260 km/h.
Sicuramente la prima sensazione avuta è completamente diversa da quella di un Kart, c’è bisogno di molta più concentrazione e preparazione fisica, in più c’è la velocità che va gestita in modo molto più attento.

D: Ci vuole coraggio alla tua giovane età a mettersi in gioco in questo modo, quando è nata la passione per i motori? Come hai iniziato?

R: Sicuramente a 13 anni per salire su una monoposto vera con un cambio al volante a 6 rapporti, con un motore posteriore che sviluppa veramente molti cavalli e che in pochi secondi sei oltre i 200 km/h di velocità non avendo mai neanche guidato una vettura stradale serve molto coraggio, ma tutto ciò fa parte del gioco.
La passione per i motori è sempre stata di casa visto che mio padre era un pilota di Rally. A me personalmente è arrivata intorno ai 7 anni, quando mio padre mi portò per la prima volta in Kart. Da lì decisi che sarebbe stato il mio sport.

D: Non deve essere facile per i tuoi genitori saperti sfrecciare su un’auto da corsa… che rapporto hai con loro? Condivi i tuoi pensieri e le tue paure?

R: Sicuramente mia madre avrebbe preferito un figlio calciatore, ballerino, ecc. Ma poi si è abituata e ora mi sostiene molto nell’inseguire il mio sogno, anche se vedermi in auto a più di 200 km/h a 13 anni non le dà molta serenità.
Per quanto riguarda mio padre lui è il mio punto di riferimento, lui è quello che crede in me e fa di tutto per portare avanti il mio sogno, lui è quello che viaggia di notte mentre io dormo in auto per essere la mattina nei circuiti, è quello che prende un aereo con me e sta lontano di casa anche per 15 giorni, lui è quello che si occupa di trovare il budget, di parlare con i team ecc.
Praticamente è il mio manager.

D: Che progetti hai per il futuro? Sogni nel cassetto?

R: Il progetto è sicuramente quello di essere un pilota professionista, non posso dire di F1 perché è quasi impossibile ma l’idea sarebbe anche quella di guardare oltreoceano tipo Indycar, dove non è molto semplice approdare ma se ciò dovesse capitare sarebbe un successo visto che un pilota negli Usa ha contratti milionari e sponsor che investono veramente molto.
Tutto ciò mi darebbe la soddisfazione di ripagare i miei genitori di tutti i sacrifici economici che stanno sostenendo per il mio futuro.

D: Che consigli possiamo dare a un giovane che vuole avvicinarsi al mondo del Motorsport?

R: Il mio consiglio è quello di valutare molte bene cosa si vuole pretendere da questo sport, perché è veramente un mondo molto selettivo e soprattutto costoso.
Poi il mio personale consiglio è quello di spendere meno possibile nei Kart perché sicuramente è un ottima scuola ma i costi ultimamente a livello professionale sono cresciuti vertiginosamente e nessuno cerca veramente di aiutarti ma piuttosto cercano di fare cassa visto che sono consapevoli che sei solamente di passaggio.
Detto questo il Kart a livello amatoriale e per allenamento resta sempre il mezzo migliore.

 

Intervista a cura della DrcSportManagement

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